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Cavaliere di Santo Stefano della famiglia Cellesi

Ambito fiorentino, XVII Secolo

L'Ordine di Santo Stefano venne fondato nel 1516 da Cosimo I de' Medici, Granduca di Toscana, su imitazione degli ordini Gerosolimitani e spagnoli. L'Ordine si proponeva gli obiettivi della salvaguardia della fede e la lotta agli Ottomani e alla pirateria barbaresca che allora infestava il Mediterraneo, soprattutto nel Tirreno dove Cosimo aveva istituito il nuovo porto di Livorno.

I Cellesi erano una nobile e antica casata pistoiese. Camillo di Francesco Cellesi di Pistoia ottenne la cittadinanza fiorentina nel 1642. Vari componenti della famiglia furono ammessi al patriziato pistoiese nel 1755; Francesco e Giuseppe Cellesi furono ammessi alla nobiltà fiorentina nel 1807. Il capo di Santo Stefano inizia dal cavaliere Mariotto Cellesi, 1570. I membri della casata intrapresero notevoli attività commerciali; fra loro vanno ricordati Luigi, cavaliere degli ordini di Malta e Santo Stefano nel 1779, Amerigo ciambellano regio del granduca Ferdinando nel 1791 e Giovan Battista, segretario del regio diritto nel governo granducale dal 1792 al 1798. Si estinsero nei Marchetti Ducceschi in Giovan Battista nel 1863.

Approfondimenti

Larghezza: cm 108
Altezza: cm 160

Dipinto ad olio su tela

L'Ordine di Santo Stefano papa e martire venne fondato nel 1516 da Cosimo I de' Medici, Granduca di Toscana, su imitazione degli ordini Gerosolimitani e spagnoli. L'Ordine si proponeva gli obiettivi della salvaguardia della fede e la lotta agli Ottomani e alla pirateria barbaresca che allora infestava il Mediterraneo, soprattutto nel Tirreno dove Cosimo aveva istituito il nuovo porto di Livorno. Prima del 1516, Cosimo aveva fatto altri tentativi di fondazione di un ordine cavalleresco, ma fu solo con l'ascesa al soglio pontificio di papa Pio IV, favorevole ai Medici, che poté essere istituzionalizzato; fu lo stesso papa, infatti, che legittimò l'Ordine con la bolla solenne "His quae" del 1° Febbraio 1562. L'Ordine, che seguiva la regola benedettina, veniva assegnato in Magistero alla casa Granducale di Toscana, con Cosimo I come primo Gran Maestro.

Secondo alcuni, l'intitolazione dell'Ordine venne scelta in seguito alla vittoria che il maresciallo Strozzi riportò sui Francesi contro Siena, il 2 Agosto 1554, giorno di Santo Stefano papa e martire. Secondo altri, fu un'altra vittoria a dare il nome all'Ordine, quella riportata dallo stesso Cosimo a Montemurlo, nel 1° agosto 1537.

Nel 1587, per volere di papa Sisto V, e su richiesta di Francesco I de' Medici, Granduca di Toscana succeduto al padre Cosimo, assorbì l'appena sciolto ordine dei Cavalieri di San Giacomo d'Altopascio, altrimenti detti Cavalieri del Tau, incorporandone i beni.

La prima sede dell'Ordine venne stabilita a Portoferraio, sull'isola d'Elba, ma dopo qualche anno venne trasferita definitivamente a Pisa, nella piazza che oggi porta il loro nome, dove Cosimo I fece edificare da Giorgio Vasari, il suo architetto di fiducia, la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri.

L'Ordine si distinse nel corso della sua esistenza per numerose campagne militari di successo, che gli storici identificano in tre fasi. Nella prima, cominciata verso il 1570, i Cavalieri si schierarono al fianco della Spagna nella lotta contro l'invasione ottomana, nella difesa di Malta (1565) e nella battaglia di Lepanto (1571), contribuendo con dodici galee alla forza navale schierata dalla Lega Santa, insieme ai Cavalieri di Malta. Nella seconda fase, essi si distinsero nella lotta contro i pirati turchi e barbareschi che infestavano il Mediterraneo; parteciparono ad alcune spedizioni sulle isole del Mar Egeo, alle campagne di Dalmazia e di Negroponte ed alla Guerra di Corfù. La terza fase, iniziata attorno al 1640, vide una progressiva riduzione delle attività belliche a favore di una maggiore opera di rappresentanza e di difesa delle coste. L'ultima azione militare risale al 1719, dopodiché l'Ordine cominciò ad essere modificato. Fu il granduca Pietro Leopoldo alla fine del XVII secolo ad attuare una riforma dell'ordine, modificandone lo statuto e trasformandolo da un ordine militaresco ad uno di formazione per la futura classe dirigente toscana.

L'ordine è sopravvissuto più o meno modificato nello statuto fino al giorno d'oggi, dopo vari tentativi di soppressione andati male e blandi ritocchi allo statuto. L'emblema dell'Ordine è una croce rossa di Malta (nota anche come "Croce delle Otto Beatitudini") bordata di oro in campo bianco, accantonata da gigli in oro. Originariamente era suddiviso in due categorie, i militi e i sacerdoti, cui si affiancavano i serventi (d'arme e di stallo), e ieri come oggi l'accesso era riservato solo a coloro che potevano dimostrare di possedere quattro quarti di nobiltà (cioè nobiltà di tutti i nonni materni paterni). I Cavalieri erano soggetti ai tre voti di castità, carità ed obbedienza dai quali, comunque, potevano essere dispensati dal Gran Maestro.

Lo stemma della famiglia Cellesi: d'oro, a tre bande d'azzurro; con il capo d'argento, caricato del leone leopardito di rosso.

 

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