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Cacciata di Adamo ed Eva

Giacinto Gemignani, XVII Secolo

Scena tratta dall'Antico Testamento. Adamo ed Eva, i progenitori del genere umano, sono cacciati dal giardino terrestre dopo aver mangiato il frutto dell'albero proibito. 

Nel dipinto i due personaggi, coperti con perizomi di foglie di fico, sono inseguiti da un angelo in veste blu con manto rosso e spada fiammeggiante. Fondo paesaggistico scuro.
Cornice intagliata e dipinta nero e oro a motivi vegetali.

Approfondimenti

Larghezza: cm 144
Altezza: cm 116

Dipinto ad olio su tela

Databile verso il 1640. Si confrontino gli affreschi del palazzo Cavallerini a Roma "Venere sul carro" ed "Il tempo che strappa le ali ad Eros". Si notano anche influenze da Guido Reni.

Genesi 3, 17-24:

All'uomo [Dio] disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato: «Non devi mangiarne»,

maledetto il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba dei campi.
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane,
finché non ritornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere ritornerai!».

L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
Il Signore Dio fece all'uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì.
Poi il Signore Dio disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre!». Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita.

 


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