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Stendardo del Sollazzino

XVI Secolo

    GIULIANO DI GIOVANNI CASTELLANI, detto SOLLAZZINO (Firenze, 1470 c. - Pisa, 1543) e GIOVANNI BATTISTA VOLPONI, detto SCALABRINO (Pistoia, 1489-1561). Stendardello a due facce: Madonna dell'Umiltà (firmata e datata: IVLIANVS+SOLLAZZINI+FIORENTINO + PINSIT + A.D.MCCCCVIIII+); S. Giuseppe che tiene in collo Gesù (Firmato: «Schalbrinus [sic) faciebat»).
    La Madonna dell'Umiltà ripete fedelmente l'immagine trecentesca ad affresco conservata nella chiesa omonima di Pistoia. E una delle rare opere del Sollazzino, noto anche al Vasari (I, 599-600) per aver restaurato l'Inferno del Camposanto di Pisa, attivo anche in Valdelsa, dove firmò una pala (ora frammentaria) in S. Jacopo a Voltiggiano.
    Il S. Giuseppe è firmato dallo Scalabrino, altro curioso pittore attivo a Pistoia, e la cui fisionomia si chiarisce ora ulteriormente per il ritrovamento di una sua opera documentata. 

    Dall'Oratorio di S, Giuseppe (S. Michele in Ciancio), Pistoia

    Approfondimenti

    Altezza: cm 100 
    Larghezza: cm. 62

    Tela centinata.
    Come ha notato il Bacci, è improbabile che il dipinto dello Scalabrino possa datarsi al 1509, come quello del Sollazzino, ed è verosimile che lo stendardello venisse formato ritagliando e mettendo assieme due dipinti di diversa provenienza. Il Bacci ha infatti notato che la scritta recata in un cartiglio da S. Giuseppe, alla quale corrisponde l'altra di Gesù (ECHOME...; CHOME PADRE. ITABRACCIAI), risulta frammentaria e quindi non concepita per la forma poi assunta dalla tela. Inoltre, alla luce della tavola di Masiano, databile tra il 1546 e il 1555, il S. Giuseppe non sembra collocabile a tanta distanza da questo periodo. 


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