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Morte di Germanico

Nicolas Poussin, XVII Secolo

Germanico Giulio Cesare è stato un politico e militare romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia. Nipote dell’Imperatore Tiberio e suo successore designato era anche un uomo affabile e mite, doti abbastanza rare in un’aristocrazia dove prevalevano alterigia e intrighi. Per di più aveva come moglie la bellissima e colta Agrippina, ultima diretta discendente di Augusto e di Giulio Cesare. Non c’ è dunque da stupirsi se fosse amato, addirittura idolatrato dalla gente, non solo a Roma ma anche nelle province.

Questo irritava il sospettoso imperatore che - sebbene Germanico non avesse mai fatto nulla per prendere il potere – sentiva minacciato il suo trono. Tiberio volle staccare il nipote dalle sue fedelissime legioni del Reno e lo mandò in Oriente. Dato il suo grado, Germanico divenne la massima autorità in quell’area e ciò lo pose spesso in contrasto con il governatore della Siria Pisone.
Così, quando nell’anno 19 d.c. dopo un banchetto, Germanico si ammalò, accusò Pisone e la moglie Plancina di averlo avvelenato. A Roma ci furono grandi manifestazioni di dolore che divennero di giubilo quando si sparse la notizia che Germanico si era ristabilito. Ma poco dopo ci fu una ricaduta che lo portò alla morte.
Subito si pensò a Pisone che fu richiamato a Roma. Ma la voce popolare indicava come mandante lo stesso imperatore Tiberio o forse sua madre Livia che notoriamente odiava il prestigio della giovane coppia.

Nel dipinto, entro una stanza a destra un letto con uomo sdraiato circondato a destra dai familiari e da sinistra a destra da guerrfieri. I colori vanno dal marrone, al verde scuro, al rosso. Il fondo è scuro. Cornice modanata in oro e nero terminante con decorazione a palmette in oro.

Approfondimenti

Larghezza: cm 192
Altezza: cm 144

Dipinto ad olio su tela di Copia di un altro dipinto di Nicolas Poussin (Les Andelys, 15 giugno 1594 – Roma, 19 novembre 1665), giunta alla collezione Rospigliosi in epoca tarda, certamente dopo il 1828. Il dipinto era originariamente in casa Bracciolini donato tramite l'eredità dei Puccini. L'originale dell'opera è conservato al Minneapolis Institute of art - Minnesota e dipinto da Poussin per la famiglia Barberini. La copia qui custodita fu donata dal pittore alla famiglia Puccini in segno di gratitudine per l'assistenza ricevuta durante il suo primo viaggio in Italia, passando per Pistoia e ammalatosi nel 1626-1628.

 


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