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Diana e Selene

Giacinto Gemignani, XVII Secolo

Figure della mitologia romanica e greca. 

Diana assomiglia ad un'altra divinità, la dea Artemide della mitologia greca, anche se la somiglianza tra le due non è così marcata, tanto che si può anche definirle due entità distinte. In Diana il suo carattere di protettrice della partorienti è molto più accentuato. In Artemide prevale il carattere di protettrice dei boschi e degli animali.
Fin dal XV secolo a.C. a Creta veniva venerata una dea protettrice dei boschi e delle montagne; ugualmente, a Efeso, fu a lungo praticato il culto di una similare divinità i cui connotati conducono però alla dea frigia Cibele e, contestualmente, alla dea che in tutto il bacino dell'Egeo rappresentava la Madre Terra, vale a dire Rea. Facile comprendere, quindi, come - in base alle diverse epoche e civiltà - siano possibili diverse interpretazioni di una medesima divinità. Ed in questo contesto è possibile vedere anche una associazione della figura di Diana con quella della divinità lunare Selene: in molti riti dei romani, inoltre, Diana viene venerata come divinità trina, punto di congiunzione della Terra e della Luna per personificare il Cielo (in contrasto a Ecate cui era riservato il Regno dei Morti).

Nel dipinto, sullo sfondo di un paesaggio con putti alati in alto al centro, le due donne, Diana e Selene; sono rivestite da tuniche che lasciano scoperto parte del corpo e dei seni. Diana ha manto rosa acceso, Selene giallo oro. La cornice è intagliata e dipinta in oro e nero.

Approfondimenti

Larghezza: cm 141
Altezza: cm 116

Dipinto ad olio su tela

Mostra chiare influenze oltre che dal Domenichino, dal Poussbn e anche dal Romanelli (si cfr. "Enea incontra Venere in sembianze di cacciatrice", Firenze, Sotheby's) e dello stesso Gemignani "Rachele che nasconde gli idoli"(Firenze, pal. Corsini: cfr. cat. Medici, 1880, n. 392).

 


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